Utagawa Hiroshige

Il maestro della natura

Hiroshige nacque in una famiglia di samurai con una vista ravvicinata sul Castello di Edo. Fin dall'infanzia amava osservare e disegnare e fu introdotto a Toyohiro Utagawa, della scuola Utagawa, una delle scuole più rinomate nel mondo ukiyo-e. In breve tempo, Hiroshige progredì con la tecnica e di pari passo aumentò la sua bravura. Per il giovane Hiroshige, la priorità era anche quella di adempiere ai suoi doveri familiari e portava sulle spalle il senso di responsabilità nel compiere i suoi doveri come samurai e nel proteggere la sua famiglia. Fortunatamente, quando un successore della famiglia divenne maggiorenne per prendere il controllo della famiglia, Hiroshige poté ritirarsi dai doveri familiari.

Hiroshige cercò subito di affermarsi nel mondo del bijinga (ritratti di belle donne) e dello yakusha-e (ritratti di attori), temi principali dell'ukiyo-e. In quel periodo le stampe di beltà e attori di Utagawa Kunisada, un altro grande maestro, erano estremamente popolari e pensando di non avere alcuna possibilità di confronto, Hiroshige decise di perseguire su altri temi, pur non rinunciando a lasciare delle grandi opere. Arrivò così a lavorare alle stampe delle vedute di luoghi ed i paesaggi celebri scelti per la loro bellezza reale o per la forza d'evocazione poetica, le cosidette meisho-e. La serie Trentasei vedute del Monte Fuji (Fugaku Sanjūrokkei) di Hokusai ebbe un grande successo e portò il mondo della pittura meisho-e in voga. Convinto che potesse farsi un nome in questo campo, Hiroshige si concentrò sulla loro creazione. All'epoca, la strada del Tōkaidō, istituita dallo shogunato Tokugawa, stava vivendo ciò che potrebbe essere chiamato un boom. Il Tōkaidō era la strada costiera orientale che univa l’odierna Tokyo a Kyoto, costeggiando l'Oceano Pacifico. Era la via principale del Giappone per l'importanza amministrativa, economica e culturale delle due città, dove le comunicazioni erano garantite da una rete di 53 stazioni. La popolarità della via del Tōkaidō portò alla creazione, da parte di Hiroshige, delle Cinquantatré stazioni del Tōkaidō (Tōkaidō Gojūsan-tsugi), un enorme successo tra i lavori meisho-e. 

La serie inizia dal Nihonbashi a Edo (Tokyo), punto di partenza della via, fino ad arrivare all’ultima stazione a Sanjo Ohashi a Kyoto, includendo tutte le 53 tappe. Il pubblico fu entusiasta e la serie esplose rapidamente in popolarità. Fu il momento in cui Hiroshige consacrò il suo nome, affermandosi come maestro dell’ukiyo-e all'età di 37 anni. Anche se Hiroshige divenne un artista popolare, non fu mai soddisfatto: era un artista fidato dai editori che rispettava sempre le scadenze. Molti artisti ukiyo-e erano eccentrici, ma Hiroshige, che proveniva da un passato di samurai e tradizioni, era un uomo dai forti valori. Oltre a dipingere, amava vedere i panorami che incontrava durante i suoi viaggi, celebre la sua frase: "I panorami sono davvero interessanti. Anche lo stesso posto sembra diverso ogni volta che ci vado."

Dopo l'enorme successo delle Cinquantatré Stazioni del Tōkaidō, Hiroshige proseguì producendo più di 20 edizioni diverse su questa serie, per diversi editori. Cosa più sorprendente fu il pubblico giapponese che non si stancò mai di queste vedute. Probabilmente perché l’artista stesso amava viaggiare più di chiunque altro e ogni volta dava una nuova visione dello stesso luogo. Forse sono stati proprio il buon carattere di Hiroshige, la sua comprensione della vita quotidiana ordinaria e il suo autentico amore per i luoghi famosi a rendere il suo ukiyoe così accessibile.

Hiroshige dipinse non solo il Tōkaidō ma anche vari luoghi di interesse a Edo, suo luogo di nascita. Per l’artista, Edo era sia il punto di partenza che la meta dei suoi viaggi, ed evocava in lui un senso speciale di nostalgia. Tra il 1856 ed il 1858, Hiroshige intraprese un progetto unico: pubblicò la serie Meisho Edo Hyakkei, Cento vedute famose di Edo. Fu l’apice del suo lavoro, un omaggio alla città di Edo e le persone che la popolavano, facendo pieno uso di tutte le competenze acquisite come artista. Il fatto che la serie sia chiamata Cento vedute, ma nella realtà conta 119 stampe, mostra la forza dei suoi sentimenti. Hiroshige non riuscì a completare questa sua ultima serie. Nell'estate del 1872, cominciò a stare male e nel Settembre dello stesso anno contrasse il colera. Realizzando che stava per incontrare la sua fine, Hiroshige scrisse il suo testamento con naturalezza e morì, lasciando dietro di sé le seguenti righe: “Lascio il mio pennello a est. Con i cieli itineranti, viaggio nella campagna occidentale per vedere luoghi famosi.” Come uomo che visse per i viaggi, scrisse in modo spensierato come se stesse per visitare altri luoghi famosi.